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#DAYDREAMDAY

Avevo paura di non trovare le parole giuste per iniziare questo post ma sapevo fin dall'inizio in quale categoria inserirlo. La categoria "Viaggi" è il suo posto. Tuttavia questo è un viaggio tra virgolette perchè è sì un viaggio ma solo con la mente. Se dovessi scegliere un hashtag, penso che utilizzerei #littlethoughts oppure ne inventerei uno io di sana pianta, come per esempio #daydreamday. Il verbo inglese to draydream rende proprio l'idea che voglio comunicarvi: viaggiare con la mente. Ecco il perché del titolo. Mi piacerebbe condividere con voi una volta al mese post come quello che state per leggere.


Penso che a volte alcune riflessioni piombino su di noi grazie a piccoli gesti o a brevi esperienze ed è compito nostro interpretarle e renderle nostre.

In questo periodo sto cercando di ascoltare con il cuore le persone che conosco ed ho imparato quanto esse possano insegnarci. Ho imparato a vivere le loro gioie, le loro difficoltà, le loro paure. L'etimologia della parola "simpatia" rende perfettamente l'idea. Deriva da συμπάθεια (sympatheia), parola composta da συν + πάσχω = συμπάσχω, letteralmente "patire insieme", "provare insieme emozioni".


Oggi per esempio la mia riflessione ha per soggetti la mia cantina, uno stereo e mio papà. In estate, si sa, si prediligono i grandi traslochi e le grandi pulizie. Oggi è toccato alla mia cantina. Non vi dico quante cose abbiamo portato in discarica!

Valigia vintage

Scartando scarpe, vestiti, tastiere del pc, e molto altro, tra le varie scatole abbiamo trovato lui: lo stereo di mio papà datato 1987. Sono passati 30 anni ma dovevate vedere l'espressione di mio padre, dopo aver esclamato: "Questo non si tocca!". Gli si sono illuminati gli occhi ed ecco che ha incominciato a raccontare. È la radio della sua gioventù, la radio usata per registrare le prime cassette, la radio utilizzata nelle feste con gli amici. Insomma la radio tanto desiderata e acquistata con i primi risparmi.

Ritengo questo momento magico e di pura poesia.

Ma la cosa più bella è stata quella di scoprire che questo pezzo d'antiquariato funziona ancora. Mio papà incomincia ad improvvisare qualche passo e subito veniamo catapultati negli anni '80.

Osservo attentamente il gioiellino. A parte qualche graffio è perfetto. Subito vengo sorpresa dal numero impressionante di adesivi vintage che mio papà negli anni ha applicato. Ma un dettaglio non resta inosservato: il nome dei miei genitori inciso nella parte anteriore. Che dolcezza!


Non so perchè ma questo episodio mi ha dato tanto: mi ha fatto riflettere sul valore del tempo, sul valore degli affetti, su quanto un oggetto possa farci rivivere momenti magici e unici. Mi chiedo se anch'io tra 30 anni sarò così: voglio sempre emozionarmi, voglio essere me stessa, voglio essere viva.

Collezioniamo momenti di felicità!

E voi avete avuto esperienze simili?


XOXO, B&T!

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